martedì 10 marzo 2009

APERTURA ALLINFORMAZIONE, APERTURA ALLA PREVENZIONE



Abbiamo assistito a decenni di consumi sfrenati e relativa indifferenza, tanto che il divertimento è ora perlopiù associato, nella cultura giovanile, all'idea dello "sballo". La società pareva guardare con distacco a questo fenomeno come potesse non intaccare il vivere comune, come se potesse riguardare unicamente una piccola schiera di infelici. Ma l'aumento di crimini e tragedie, come le statistiche ci mostrano, quasi sempre correlate all'uso ed abuso di sostanze stupefacenti, dall'alcool ai farmaci psicotropi diffusi nei luoghi deputati al divertimento tanto da diventare un triste binomio, ci sta bruscamente risvegliando. E all'insegna del motto: "Con l'apertura all'informazione si può fare prevenzione", a partire da mercoledì 11 marzo, con la collaborazione dei volontari di Dico no alla Droga, Dico sì alla Vita, al Centro Commerciale La Grande Mela saranno collocati diversi espositori contenenti informazioni su cosa effettivamente le droghe siano e sugli effetti, a breve e lungo termine, su organismo, mente e vita. In tal modo l'opuscolo, premiato per la sua semplicità ed efficacia, trasmetterà informazioni concrete e valide ad ulteriori migliaia di persone, oltre alle 15.000 già contattate mensilmente tra strade, scuole e discoteche. Gli stessi materiali, saranno a disposizione di chiunque li desideri, all'interno dei negozi, diffondendo così un positivo invito alla comprensione e alla vita, come era anche nel pensiero del filosofo ed umanitario L. Ron Hubbard: "Le droghe privano la vita delle gioie e delle sensazioni che sono comunque l'unica ragione di vivere". Emanuela Ghigo

Scritto da: Emanuela Ghigo

Pubblicare un libro



Come si fa a pubblicare un libro? Questa domanda tormenta migliaia di aspiranti scrittori e merita una risposta dettagliata. Innanzitutto per pubblicare un libro bisogna trasformarlo in un libro pubblicabile. La prima tappa è senz'altro quella della correzione bozze. Molti si affidano alla lettura incrociata con altri autori o fanno leggere il proprio lavoro agli amici: questa pratica può essere utile, ed è gratuita, ma non bisogna dimenticare che solo un professionista riuscirà a trovare davvero refusi, errori di grammatica e sintassi, imprecisioni nell'uso della punteggiatura... Tutti noi facciamo errori quando scriviamo e non siamo in grado di accorgercene al momento di rileggere: il cervello umano ha sviluppato uno splendido sistema in base al quale riconosce e interpreta combinazioni di lettere simili a una data parola, ma non uguali. Il correttore di bozze invece è allenato a remare contro questo automatismo per scovare e smascherare la magagna. Un consiglio utile è quello di unire alla correzione di bozze l'editing: se vi affiderete a un service editoriale spenderete il vostro denaro una volta sola per ottenere, con una differenza accettabile, una doppia revisione. Abbiamo già parlato della differenza fra editing e correzione bozze: per riassumere diremo che l'editor darà una sistemata allo stile, alleggerirà le frasi involute, verificherà che non ci siano incongruenze o illogicità, valuterà l'architettura generale del lavoro, insomma lavorerà sull'efficacia vera e propria della vostra opera. Oltre a non contenere errori, il manoscritto deve avere una veste grafica accettabile. Anche senza rivolgervi a un impaginatore, cercate di presentare un documento Word semplice e pulito, con margini ampi, testo giustificato, una font gradevole come un Times o un Garamond, corpo tra il 12 e il 14. Evitate di usare font troppo fantasiose o colori. Tenete conto del fatto che la maggior parte delle norme editoriali prevede l'uso del grassetto solo nei titoli e ha in orrore il sottolineato, così come l'eccesso di corsivi e di parole maiuscole. Se dovete inserire delle immagini scegliete un formato leggero ed evitate file ad alta risoluzione: se sarà necessario, questi ultimi vi verranno richiesti solo al momento di impaginare il testo. Ancora una volta, se vi siete rivolti a un servizio di correzione bozze queste operazioni verrano impostate direttamente dal professionista che ha seguito il vostro lavoro. E adesso? Prima di tuffarsi nell'avventura della ricerca dell'editore è necessario dotarsi di alcuni lasciapassare: la sinossi, la presentazione e la scheda di valutazione. Questi elementi sono davvero fondamentali: difficilmente un editore, che riceve migliaia di proposte all'anno, leggerà per intero il vostro romanzo o la raccolta delle vostre poesie se non avrà una buona ragione per farlo. La buona ragione è contenuta in primo luogo nella presentazione, una breve scheda nella quale indicare 1) chi siete, se avete già pubblicato qualcosa, se avete vinto dei premi letterari; 2) che tipo di testo state proponendo ("romanzo storico ambientato nel Rinascimento..." "Thriller di fantascienza incentrato sul tema della clonazione umana..."). Essa corrisponde in buona sostanza alla lettera di accompagnamento che precede un curriculum. La sinossi, com'è facile capire, è per così dire un riassunto ragionato. Rende conto della trama (incluso il finale!), del genere, della tematica affrontata, del taglio che è stato dato all'opera. Dev'essere breve ma non brevissima: due o anche tre pagine sono senz'altro ammesse. E' consigliabile farsi aiutare da un esperto nello stendere entrambe: una presentazione zoppicante nella forma e nella sostanza, o impostata in modo poco efficace per lo scopo, scaverebbe la fossa al vostro inedito. Quanto alla scheda di valutazione: si tratta di un ulteriore strumento rilasciato dalle agenzie letterarie (piuttosto care), ma anche da chi si occupa di servizi editoriali in genere, e contiene una valutazione della pubblicabilità della vostra creatura in termini di qualità, aderenza a una determinata linea editoriale, efficacia (perché no) sotto il profilo commerciale... Insomma, un giudizio complessivo a uso e consumo dei professionisti del settore editoriale. Accompagnare al vostro libro una o più schede di valutazione positive è indubbiamente un ottimo biglietto da visita.

Scritto da: http://autoriesordienti.blogspot.com/

venerdì 6 marzo 2009

Storia del calcio ed innovazione tecnologica dei materiali



www.dimensionesport10.com L'antico gioco del calcio nacque in Inghilterra nel lontano 26 ottobre 1863. Fin dalla sua nascita questo gioco ebbe un grande successo sia per la semplicità delle regole sia per la verve e il dinamismo del gioco stesso. Un altro passo importante verso il calcio moderno avvenne nel 1897, quando venne istituita a Londra la prima associazione giocatori. Con la nascita di questa associazione furono stabilite delle nuove regole per portare lealtà e mettere ordine tra i giocatori in campo, una di queste fu la regola del "FUORIGIOCO". Diciamo che la nascita di questa regola fu l'alba vera e propria del calcio moderno,perché da qui si iniziarono a trasformare squadre di giocatori "buttati" in campo senza ruolo, in squadre ben organizzate con sistemi di gioco e quindi tattica calcistica. Da li le varie regole vennero costantemente modificate, aggiungendo sempre piccoli particolari che si verificavano di volta in volta di grande importanza, ad esempio nel 1875 furono definite le misure delle porte (che ancora adottiamo) 7,32 m in larghezza e 2,44 di altezza . Sempre nel 1875 venne definita la lunghezza minima e massima del campo,che poteva variare dai 90 metri ai 120 in lunghezza e dai 45 metri ai 90 in larghezza. Nel 1904 nacque a Parigi la Fifa composta da 7 paesi tra cui Francia,Belgio,Olanda,Svizzera,Danimarca,Svezia e Spagna. Da qui l'espansione di questo gioco si allargò macchia d'olio perchè si iniziarono a disputare gare tra diverse nazioni facendo crescere l'interesse popolare fino ad arrivare alla disputa del primo torneo mondiale tra nazioni svoltosi nel 1930. Da quando nacque ad oggi, questo sport ha visto cambiare le proprie abitudini,la preparazione fisica, il modo di vestire.. Ad esempio i primi giocatori che scendevano in campo lo facevano senza una preparazione fisica, senza comode scarpe, senza un abbigliamento adatto a certe condizioni atmosferiche..Oggi i nostri campioni sono super allenati e super equipaggiati. Sono state studiate nel corso degli anni varie tecniche di allenamento, che migliorano e conservano le prestazioni di ogni atleta, lavoro aerobico lattacido che consente di incrementare la resistenza di un atleta, lavoro anaerobico alattacido che favorisce il potenziamento muscolare e la velocità nella corsa. Per quanto riguarda l'euipaggiamento di una squadra e quindi di un singolo giocatore si è passati da maglie da gara fatte di lana cucite a mano a maglie in microfibra super traspiranti che permettono di far fuoriuscire il calore corporeo allo scopo di proteggere dalle temperature esterne. Sono state create calze antiscivolo che consentono al piede di restare ben ancorato allo scarpino, per poi passare a cavigliere,scalda collo,guanti da portiere antiscivolo che abbrancano il pallone come ventose… Per quanto riguarda le scarpe da calcio si è passati da dei rudimentali scarpini di cuoio durissimo,cucito a mano con tacchetti in cartone pressato,a stupende scarpe super morbide in pelle di canguro (tra cui la mitica Copa Mundial) per poi passare alla Nike VAPOR o all 'ADIDAS F50 in microfibra con tre diversi tipi di tacchettatura smontabile che consente di adattare la scarpa ad ogni tipologia di terreno o condizione atmosferica. Oggi abbiamo palloni approvati dalla Fifa termosaldati e gonfiati (alcuni) ad elio, i primi palloni erano in cuoio cuciti a mano,durissimi, basta pensare che i giocatori ad ogni colpo di testa erano esposti a frequenti escoriazioni e cicatrici sulla fronte. Questo sport è per molti il più bel gioco di squadra al mondo con la sua tecnica,tattica,agonismo e geometrie. Sicuramente nel corso degli anni muterà ancora in meglio per merito dell'innovazione e del ricercare sempre nuove forme di allenamento e prodotti di gara che danno sempre ottime performance. www.dimensionesport10.com

Scritto da: Dimensione Sport 10

mercoledì 4 marzo 2009

Itinerari Pesca Abruzzo



Nasce il nuovo sito su Itinerari di Pesca in Abruzzo e zone limitrofe.
Offriamo Itinerari per la pesca descrivendo il luogo, i pesci che si possono pescare, le tecniche consigliate e alcuni nostri consigli.
Il sito offre inoltre ai visitatori la registrazione con la quale è possibile interagire nel sito.
Si ha la possibilità per gli utenti di inserire i loro commenti agli itinerari con la possibilità di migliorarli o suggerire ulteriori consigli ai pescatori.
Gli Itinerari di pesca sono organizzati per provincia di appartenenza.
Nella descrizione abbiamo inserito anche la licenza necessaria per la pesca e gli eventuali permessi.
Scopo dell'iniziativa è fornire una buona guida ai pescatori, aprendo le porte a chiunque volesse pescare nei nostri luoghi.

Tutte le informazioni su www.pesca.abruzzo.it

Scritto da: Paolo

lunedì 2 marzo 2009

Il mondo dello Snowboard

Quella dello Snowboard è una storia recente che ha origine negli Stati Uniti. Era la metà degli anni '60 quando un gruppo di amanti del surf da onda si resero conto cercando un'alternativa invernale dell'affinità esistente tra le onde del mare e i pendii innevati delle Rocky Mountains. L'origine dello snowboard è strettamente collegata a quella del suo attrezzo, la tavola.

I primi tentativi non furono molto esaltanti, nel 1965 Sherman Popper unendo 2 sci tra loro creò la prima tavola rudimentale, ma la tenacia degli snowboarder portò a perfezionare le forme dell'attrezzo fino a renderlo sufficientemente controllabile. Le prime tavole costruite erano in legno dotate di fasce fermapiedi simili alle strap da windsurf, sistemate in posizione molto arretrata con una corda fissata alla punta che serviva al surfista per mantenere l'equilibrio; in qualche caso proprio come una tavola da surf era presente una piccola pinna. A causa della totale assenza di lamine, queste tavole primitive potevano essere utilizzate solo sulla neve fresca. Malgrado questo però lo snowboard cominciò a diffondersi molto rapidamente anche grazie alle emozioni che offriva a chi riusciva a controllare questo strumento.

BURTON, LA RIVOLUZIONE
Nuovi e rivoluzionari prototipi furono introdotti da un giovane appassionato di surf della East Coast durante i campionati annuali di "Snurfer" in Michigan; era il 1968 e quel giovane era Jake Burton! Di anno in anno Burton cominciò a migliorare le sue tavole quando nel 1977 realizza il suo sogno fondando la prima ditta produttrice di tavole da snowboard. La prima tavola fu prodotta in 350 pezzi venduti a 88 dollari. Insieme a Burton un grosso contributo lo offrirono Milovich che nel 1975 inventò la prima tavola che fletteva e Tom Sims vincitore del primo Mondiale in Colorado nel 1981 con tavole con lamine in acciaio.

L'AFFERMAZIONE NEGLI USA E L'ARRIVO IN EUROPA
L'utilizzo di materiali sempre più sofisticati, l'introduzione delle lamine e di attacchi sempre più affidabili portarono lo snowboard all'affermazione definitiva negli Stati Uniti e la conquista dell'attenzione dell'Europa. Le prime tavole si videro nelle piste francesi, svizzere e austriache per poi diffondersi qualche anno dopo anche in Italia. I primi snowboarder europei dichiararono di aver conosciuto la tavola grazie a dei filmati americani visti in TV.

LO SNOWBOARD MODERNO E LE OLIMPIADI
Lo snowboard moderno prende forma nella metà degli anni '80 utilizzando lamine efficaci e rigide che permettevano di condurre la tavola anche su dei terreni più duri e ripidi e di effettuare curve molto precise. Le ditte americane Burton e Winterstick resero disponibili le prime tavole da snowboard di serie; furono messe anche a punto le prime tipologie di attacchi per scarponi da sci. La consacrazione definitiva arriva con le Olimpiadi Invernali di Nagano, in Giappone, del 1998: lo snowboard diventa finalmente disciplina olimpica. Non senza qualche recriminazione, molti famosi riders, come il grande Terje Haakonsen, infatti diedero forfait prendendo posizioni ufficiali supportati anche dai loro sponsor; le cause di questa contestazione furono le regole e l'idea che l'introduzione della nuova disciplina fosse solo un pretesto per creare un nuovo interesse verso le Olimpiadi che attiravano sempre meno pubblico.
La prima volta dello snowboard all'Olimpiade invernale infatti ebbe un grandissimo successo: in quasi 10.000 giunsero in Giappone per assistere a quelle che sono state definite le gare più spettacolari dei giochi Olimpici Giapponesi! Proprio queste Olimpiadi si tinsero anche di azzurro, portando a casa la prima medaglia della storia olimpica italiana dello snowboard, grazie alla splendida prestazione dell'altoatesino Thomas Prugger che si aggiudicò l'argento nello Slalom Gigante.

IL POPOLO DELLO SNOWBOARD
Il popolo degli snowboarder è in costante crescita e coinvolge sempre più persone di diverse età, in Svizzera e Austria l'intera generazione di giovani sembrano ignorare lo sci a favore di questa nuova disciplina con un approccio di forte entusiasmo perché molto più vicina al loro spirito libero e innovatore. Lo snowboard rappresenta un modo diverso di vivere la montagna, diventando un vero e proprio stile di vita, con abitudini, abbigliamento e idoli propri.
Considerato che questo sport è sempre in continua evoluzione, le discipline praticabili con lo snowboard possono essere riassunte in due grandi gruppi a seconda del tipo di attrezzatura che si possiede:

  • Hard (scarponi rigidi e tavole strette per maggiore velocità);
  • Soft (scarponi morbidi e tavole simmetriche e larghe per una maggiore elasticità).

L'attrezzatura Hard consente di avere una maggiore sensibilità sulla tavola e soprattutto una maggiore velocità tanto da essere paragonabile allo sci olimpico, infatti esso può essere suddiviso in:
1. Slalom
2. Slalom parallelo
3. Slalom gigante
4. Slalom parallelo gigante
5. Super gigante

Invece quella Soft permette di avere una maggiore elasticità e versatilità sulla tavola in modo da affrontare meglio i salti e le evoluzioni che ne fanno di questo sport uno degli elementi più spettacolari per lo spettatore occasionale, ed è divisibile in:

1. Half Pipe (in un grande tubo si effettuano evoluzioni sia seguendo l'asse orizzontale che verticale, come per lo skate)
2. Snowboardcross (Gruppi di atleti si lanciano lungo percorsi in cui incontrano curve, cunette, gobbe e altro ancora)
3. Freeriding (Per i più spericolati e bravi che si lanciano dalla cima con pendenze estreme e sfidando i secondi).

Va' anche citata la presenza (sempre crescente) di veri e proprie aree dedicate ai patiti dello snowboard, ossia lo Snowpark dove si trova tutto ciò che può cercare un malato dello snow con dossi e trampolini di lancio di varie misure, half pipe, piste da boardcross e tanta musica a palla per creare un ambiente davvero unico e particolare per lo snowboarder!

Domanda:E' uno sport pericoloso?
Risposta: NO...(pure passeggiare puo' essere pericoloso se lo fai in autostrada) anche se vengono definiti sport estremi seguendo le regole del buon senso l'incolumità non è a rischio (non tirarsi giu' da una pista nera quando a stento si riesce a stare su)

D: Puo' praticarlo chiunque?
R:SI...non c'è uno standard fisico ma è alla portata di tutti basta dotarsi della giusta attrezzatura in base alla propria corporatura fisica

D:Ma quanto costa?
R: La spesa non è irrisoria ma non bigona neanche essere un riccone (fai un giro per farti un'idea) l'importante è che quando si inizia non si compra nuova ma usata visto l'alta percentuale di cadute e una volta acquisita praticità passare a qualcosa di piu' serio

D: Ci sono determinati periodi dell'anno in cui praticarli?
R: Data la conformazione geologia del suolo italiano la stragrande maggioranza degli impianti aprono da novembre fino a marzo/aprile oppure se puoi permettertelo lo fai tutto l'anno se...puoi girarti il mondo e non lavorare (beato te se esisti)

D: Per imparare mi fido degli amici o vado in una scuola?
R: Anche se io ho imparato sulla mia pelle il consiglio che do' è quello di farsi qualche corso con un maestro risparmi tante cadute e ammaccature e spesso questo è uno dei motivi per cui la maggior parte delle persone smettono senza aver neanche provato la sensazione di una tavola in planata piena sulla neve o il brivido di un salto da una rampa

D: Che durata media ha un'attrezzatura?
R: Dipende tutto da te, su come la usi , piu' la maltratti prima dovrai cambiarla mentre ci sono rider che hanno la stessa tavola o vela da parecchi anni anche se i materiali cambiano velocemente e le tavole o vele sono sempre piu' leggere ed affidabili

D: Come curare la mia attrezzatura?
R: Per lo snow è buona regola fargli annualmente una buona sciolinatura e sistemare le lamine quando lo metti da parte per il periodo estivo o non òa usi per dei mesi dagli una bella lavata con acqua corrente(facoltativo)

D: Ci sono determinate condizioni meteo per uscire?
R: Dipende tutto dal grado di bravura raggiunto...per farti un esempio nel windsurf un neofito deve uscire con vento leggero mentre se uno che ne sa' aspetta la mareggiata con uragano incluso

D: Dove posso acquistare?
R: Ci sono dei negozi apposta in quasi tutte le città e documentati su cosa e con che caratteristiche devi acquistare per non ritrovarti con una tavola che non ti serve a niente o una vale che hai pagato il doppio di quello che vale

D: Dove posso documentarmi?
R: In mille modi diversi...internet...video...giornali...c'è da perdersi

D: Posso decidere di non praticarli piu' in qualsiasi momento?
R: No, è una malattia se ti prende non ti molla più e cambi visuale su tutto...quelli che vanno a prendere il sole in spiaggia ti daranno l'impressione di quelli che non hanno capito nulla metre altri fanno windsurf o kitesurf e quelli che vanno a fare la settimana bianca per rinchiudersi in un albergo dei poveretti metre tu sei allo snowpark a librarti in volo!!!

Per scegliere la giusta tavola dovete domandarvi:
-Quanto siete alti? Quanto pesate? La vostra tavola dovrà essere dimensionata alla vostra corporatura
-Quale disciplina vi interessa? Freestyle, freeride alpine o Race? Ogni disciplina ha una tavola specifica! La scelta della tavola è influenzata da molteplici fattori, perchè essa deve corrispondere a che tipo di snowboard farai, al tuo peso e alla tua lunghezza.

Le tavole da snowboard possiamo sostanzialmente raggrupparle in base al tipo di snowboard a cui sono destinate e cioè:
  • Freerider (l'anima di questo sport e la scelta piu' comune)
  • Freestyler (tavola destinata a salti e snowpark)
  • Alpiner (cioè velocità, da gara)

Nella scelta di una tavola a parte quella iniziale e cioè a che uso sara' destinata la stessa ci sono altri fattori da tenere conto per trovare quella piu' adatta a voi e facilitarvi nei trick in modo da non stare a imprecare contro tutto o tutti dopo l'ennesima caduta.
Tra tutti da tenere conto sono:

Lunghezza: In genere la lunghezza giusta della tavola dipende dalla tua altezza, una vecchia regola dice che dovrebbe arrivarti alla punta del naso. Comunque snowboard piu' corti sono piu' manovrabili e viceversa uno snowboard piu' lungo ha bisogno di piu' forza per surfare. Per la lunghezza le variabili da tener conto sono la statura (tavola tra mento e naso), il peso (piu' pesante tavola piu' larga e viceversa) e fondo (neve piu' soffice tavola piu' larga per poter galleggiare e se fai della pista piu' stretta per maggiore velocità)

Larghezza: la larghezza della tavola nello snowboard ne determina la galleggiabilità della stessa soprattutto se fai alla ricerca di neve fresca, perchè piu' larga è meglio galleggia e piu' stretta piu' è piu' veloce vai in pista.Da tenere presente è che gli attacchi non sporgano dalla tavola, sia la punta che il tallone, altrimenti in curva potresti toccare il terreno causando anche inevitabili cadute. Per far cio' si deve aumentare l'angolo degli attacchi osempre considerando pero' la stabilità generale. Quindi in definitiva per l'acquisto di una tavola da snow possiamo affermare che il tutto è deciso, a parte il fattore economico ovviamente, dai seguenti fattori:

-capacità dello snowboarder;
-disciplina praticata;
-peso corporeo;
-altezza.

L'attrezzatura da snowboard si compone essenzialmente da:
-Tavola;
-Attacchi;
-Scarponi;
-Abbigliamento.

TAVOLA.
Gli sviluppatori di attrezzi da snow hanno potuto sviluppare tipi di tavole diverse a seconda il tipo di snowboard che si fa', cosi' come succede per gli sci. Possiamo così distinguere tre categorie: -tavole allround (sono tavole arrotondate);

-tavole alpinboard / raceboard (tavole piu' squadrate adatte per le gare);
-tavole freestyleboard (per freestyle quindi per trick e halfpipe). Per quanto riguarda invece la tecnica con cui sono progettate esse si differiscono in:

-tecnica con anima di legno (costruzione classica a nido d'ape);
-tecnica a sandwich (la piu' costosa su cui si trovano incollati diversi strati di materiali diversi); -tecnica schiumata (dal prezzo non troppo elevato, la schiuma viene pressata in uno stampo).

In una tavola sono presenti la curvatura o ponte (lo snow è leggermente incurvato negli attacchi, una curvatura pronunciata ha buona presa sul ghiaccio ma poca manovrabilità), l'elasticità (questa influisce sulle caratteristiche di sciata, una tavola dura offre presa sul ghiaccio ma poca manovrabilità, mentre una tavola morbida offre maggiore facilità di manovre e curvatura a scapito pero' della tranquillità di andatura), la sciancatura (sono i profili laterali della tavola, piu' sono pronunciati piu' strette saranno le curve e viceversa), la lunghezza delle lamine (maggiore è la lunghezza delle lamine e migliore sarà l'appoggio sulle curve e la tenuta su neve dura o ghiaccio), la soletta (è la superfice su cui scorre la tavola e ne esistono di vari tipi di materiali in commercio, essa puo' essere di forma convessa o piana), e la forma della punta e della coda (questa viene determinata a seconda che uso se ne farà della tavola, quindi avremo le tavole da freestyle con punte e code arrotondate o tavole da race con punte e code piu' strette e squadrate, da citare è la coda detta "a coda di rondine" caratterizzata da una V nella coda usata soprattutto nella neve alta).

TIPI DI TAVOLE CARATTERISTICHE IMPIEGO CAPACITA'
Tavole Allround per principianti Lunghezza:150-165 cm. Da morbida a medio dura. Sia alpine che freestyle per piste ben battute e limitatà velocità.
Limitata Tavole Allround per non principianti e tavole Freeriding Lunghezza:155-180 cm. Medio dura. Per alpine allround o freestyle allround con limitata velocità. Qualche movimento nel freestyle e capacità di dominare le curve.
Tavole per Freestyle e Halfpipe Lunghezza: 140-160 cm Da morbida a medio dura.
Halfpipe, gobbe, freeriding, pendii medi e ripidi con velocità da bassa a alta. Dominio sicuro su tutti i movimenti sia in aria che in neve. Tavole per Alpine e da gara Lunghezza: 155-170 cm Da medio dura a dura. Piste ghiacciate, pendii anche ripidi e gobbe con velocità da medio a molto alta. Dominio sicuro su tutte le curve e tutti i tipi di neve.

ATTACCHI
La scelta degli attacchi è piu' semplice rispetto alla tavola anche perchè in commercio ne esistono essenzialmente di due tipi: -Attacchi a piastra (si possono utilizzare con scarponi rigidi da snowboard e dispongono di un sistema di bloccaggio composto da due archetti uno posteriore e uno anteriore, tipo attacchi da sci e viene solitamente montato su tavole alpine); -Attacchi a guscio (Usate nel freestyle e halfpipe in quanto danno una grande libertà di movimento e sono per lo piu' usati con gli scarponi morbidi). Va' anche regolata l'angolazione sia posteriore che anteriore in base al tipo di snowboard che si fa' e precisamente se si fà allround (anteriore 40°-45° e posteriore 35°-40°), o freestyle (anteriore 5°-35° posteriore 0°-10°) o alpine anteriore 45°-60° e posteriore 40°-50°). ALTEZZA RIDER (cm) DISTANZA TRA GLI ATTACCHI (cm) 150 38-40 160 39-41 170 40-42 180 41-43 190 42-44 200 44-45 Gli attacchi step-in e gli attacchi tradizionali a gusci o rocchetti hanno il vantaggio di dare una grande libertà di movimento ma tra di loro hanno delle fondamentali differenze e quindi vantaggi l'uno e svantaggi l'altro e viceversa Gli attacchi tradizionali a rocchetti hanno il vantaggio di poter essere regolati aproprio piacimento, stringerli o allentarli, e gli scarponi non devono essere della stessa marca degli attacchi ma sono tra di loro tutti compatibili. Svantaggio sicuramente è quello di slacciarli e riallacciarli ad ogni discesa e quindi perdita di tempo sedendosi sulla neve. Gli attacchi step-in invece sono praticissimi e si agganciano in un attimo e soprattutto nelle seggiovie suscitano l'invidia dei rider con gli attacchi tradizionali e sono comodi nei tratti in pianura dove in un attimo si sganciano e permettono di dare due zampate per superare il dislivello per poi subito riagganciarli. Svantaggio potrebbe essere invece che la neve si attacca tra scarpone e attacco e quindi necessitano di una buona pulizia cosa non necessaria invece con quelli tradizionali. La regolazione degli attacchi influisce in modo importante sull'assetto dello snowboard, ne influenza la capacità di curvatura, l'andamento su neve fresca o su ghiaccio, l'esecuzione dei trick e l'evoluzione dell'apprendimento di questo sport. La regolazione è molto personale, prima di trovare quella giusta potreste metterci un po' e dovete cambiare per capire quella giusta magari portandovi dietro quando andate a surfare quei comodi kit con cacciavite incorporato per cambiare la regolazione tra una discesa e l'altra e capire qual'è quella giusta. In linea di massima comunque la regolazione puo' avere delle linee generali sia per quanto concerne l'angolo che la distanza tra gli attacchi stessi. L'angolo dell'attacco puo' variare a seconda che si pratichi freestyle, allround o alpine.Se praticate freestyle e halspipe l'angolo dell'attacco anteriore dovrebbe essere compreso tra 5°-35° mentre varia tra 0°-10° per quello posteriore. Se invece siete per alpine o race quello anteriore va regolato a 45°-60° e quello posteriore a 40°-50°. Infine per tavole allround l'angolo dell'attacco anteriore dovrebbe essere compreso in 40°-45° e 35°-40° quello posteriore. La distanza tra i due attacchi invece è influenzata dall'altezza del rider e sostanzialmente se siete alti 150 cm la distanza deve essere 38-40cm , 160 cm corrisponde 39-41cm, per altezze di 170cm distanza di 40-42 cm, 180 cm con 41-43 cm, 190 cm intorno ai 42-44 cm e se siete degli omoni di 200 cm la vostra distanza è di 44-45mc. Comunque regolatevi a vostro piacimento e le misure sopra riportate sono di puro riferimento per aiutarvi a partire per capire la vostra giusta regolazione, per sentire sempre piu' vostra la tavola e lo snowboard Gli attacchi nello snowboard servono per fissare il piede alla tavola, e nel corso degli anni hanno subito notevoli trasformazioni grazie anche al continuo impegno delle case produttrici. Sostanzialmente possiamo distinguere due tipi di attacchi: quelli classici a cricchetto (usati nel freestyle e halfpipe) e queeli step-in (di più facile uso ma più rigidi). Potete trovare un'apposita sezione dove vengono messi a confronto questi due tipi di attacchi per scegliere quello più adatto alle vostre esigenze all'interno di SnowStyle.it ( step-in o classici ). Infatti questi tipi di attacchi hanno praticamente diviso in due il mondo dei rider riscuotendo successo dall'una o dall'altra parte, quelli classici per la comodità e quelli step-in per la praticità. E' anche vero che una caratteristica non nega l'altra così si possono comunque avere attacchi a cricchetto pratici (ad allacciarli ci metti pochi secondi) e attacchi step-in comodi (qualcuno li usa comunque nei salti)!

SCARPONI
La scelta dello scarpone dipende da tipo di attacco montato sulla tavola da snowboard. Quindi avremo essenzialmente due tipi di scarponi:
-Hardboot o scarponi rigidi (sono usati insieme agli attacchi a piastra e somigliano ai loro gemelli degli sciatori, sono formati da una scarpa esterna e da una interna e questo tipo di scarpone deve calzare in modo perfetto garantendo ottima sensibilità);
-Softboot o scarponi morbidi (sono usati insieme agli attacchi a guscio e viene fissato tramite dei lacci e chiusure a scatto e viene usato nel mondo del freestyle in quanto da' una grande libertà di movimento).

ABBIGLIAMENTO. L'abbigliamento dello snowboarder è caratterizzato da funzionalità e moda. Comunque l'abbigliamento presenta dei rinforzi nei punti piu' sensibili e critici del corpo come nelle ginocchia o nel fondo schiena e larghi in modo da avere una grande libertà di movimento.Altro rinforzo è presente nei guanti che sono sottoposti continuamente ad usura e da non dimenticare sono le maschere importanti per proteggere dai raggi ultravioletti e da nevischi.

Scritto da: 100-one Tonale