mercoledì 7 gennaio 2009

libertà è partecipazione



TEATRO FARA NUME Via Domenico Baffigo 161 - Roma Lido di Ponente 06 5612207 seg. - 06 56341784 fx. info@teatrofaranume.it www.teatrofaranume.it presenta la compagnia 'Le Vignacce' in LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE testi e canzoni di Giorgio Gaber con Gianni D'Addario e Domenico Laddaga musicisti: chitarra Gianluca Vecchio, tastiere Simone Iraci, basso Dario Iaculli, batteria Daniele Sergio regia Domenico Laddaga 9/10/11 – 16/17/18 gennaio 2009 Un po' di anni fa scendere per le strade, o riunirsi nei teatri per discutere, proporre, osservare, faceva parte della vita di quasi ogni cittadino, rappresentava la normalità. E' proprio partendo dal nostro campo e dal suo, il teatro, che insieme alla politica sempre più soffre di questo disertare la vita d'aggregazione, che nasce la voglia far rivivere un "poeta" del nostro tempo, esaltato dopo la sua morte e già dimenticato dai teatri di tutt'Italia (ultimamente solo Neri Marcorè ne porta in giro un testo). Non conosciamo il motivo di questa assenza ingiustificata, ma sicuramente del Signor G conosciamo la forza e anche quel senso di sconfitta che oggi appartiene a molti di noi. Quella sconfitta che ci fa sentire appunto inutili, quella sconfitta che ci fa pensare "un tempo si parlava", quella sconfitta che ci costringe ad "attraversare ossequiosamente lo squallore della nostra sopravvivenza quotidiana". Noi, allora, saliamo sul palco, perché è quello che sappiamo fare, e insieme portiamo il Signor G che a quanto pare non smetterà mai di insegnarci che la libertà non è stare sopra un albero" ma libertà è incontrare il nostro prossimo, condividere le nostre paure, le nostre debolezze, "partecipare" alla vita sociale e culturale del paese. Un paese il nostro che troppo spesso ci ha fatto vergognare di essere uomini liberi, che ci ha insegnato ad avere paura della nostra libertà, che ci ha "gentilmente" invitato a chiuderci in casa, a passare intere giornate davanti ad una "scatola magica", dicendoci: ecco, con questa scatola e grazie a questa scatola potrete gioire, potrete commuovervi, potrete sorridere, potrete innamorarvi, potrete spiare la quotidianità di uno sconosciuto, potrete "osservare" un simulacro della vita come se fosse realmente la vita. Solo una cosa ha dimenticato di dirci il nostro "libero" e democratico paese, o forse ce l'ha detto sottovoce in modo che non ce ne accorgessimo: smettete di essere vivi, smettete di partecipare alla vita, smettete di essere liberi. A noi semplicemente il compito di trovare un filo conduttore che guidi lo spettatore in un viaggio attraverso un'insieme di musica e tante parole, per riscoprire i messaggi, i tanti avvertimenti, e le! tante s confitte che Gaber, vivendo le tappe più buie e strane della storia (dalla sconfitta dell'ideale politico alla rivoluzione sessuale, dalla corruzione delle istituzioni alla riconcettualizzazione della famiglia), ci ha lasciato in eredità. Un viaggio all'interno di un animo che non ha più avuto la forza di volare "perché il sogno si è rattrappito". A noi il compito di riscattare questa sconfitta e forse, chissà, di tornare a perdere.

Scritto da: stefania maccari

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